Don Umberto Marin 1922-1949

La figura e la personalità di Don Umberto Marin sono ancora molti a Meolo a ricordarle. Arrivato giovane parroco, a 32 anni, il 12 novembre 1922 (era nato a Chiesa-nuova di S. Dona di Piave il 6 gennaio 1890), a Meolo spendeva 27 anni della sua vita, fino alla morte (4 giugno 1949), per i fedeli della nostra parrocchia. Anni non certo tra i più facili della storia di questo secolo perché di difficoltà economiche e perfino di miseria, tra la la e la 2a Guerra mondiale, quanto di dolori, di tensione, di lotte tra concittadini durante il secondo conflitto che vide persone schierate su posizioni e fronti opposti non risparmiarsi neppure la morte. Fascisti, partigiani. Anche Meolo ha la sua pagina di storia con qualche riga amara da cancellare. E Don Umberto Marin, uomo di profonda fede, sensibile, colto, generoso, visse quegli anni senza dimenticare, da autentico sacerdote, mai nessuno dei suoi "figli" al di là della sponda su cui militavano. E fu egli stesso non sempre capito. Poi venne il tempo del dopoguerra in cui il lavoro spesso era dato a che si presentava con una lettera di raccomandazione, credibile se scritta e firmata da qualche prete. L'Arciprete Don Marin non la rifiutava neppure a quelli che già avevano scelto i partiti dell'estrema sinistra, non graditi ai datori di lavoro. Sapeva vedere gli aspetti umani prima di quelli politici. Ma il ritratto di questo sacerdote meglio lo potrebbero fare certi anziani che gli vissero vicino e pure chi da lontano lo sentì vicino con la carità anche economica. Il vecchio oratorio e l'ampliamento della chiesa con l'abside furono esguiti durante il suo ministeo. Ma non è del bilancio delle sue attività che si vuoi parlare. I 70 anni dal suo ingresso ci sollecitano a pensarlo e a ricordarlo attraverso i suoi due scritti, particolarmente importanti, che riportiamo qui di seguito ("Preghiera ai diletti figli in Cristo nel 25°) del mio solenne ingresso nella illustre e vetusta Pieve di S. Giovanni Battista in Meolo" e il suo "Testamento spirituale"), dai quali emerge, come si diceva all'inizio, figura e personalità ricca di un parroco che pochi giorni prima di morire, salutava con parole commosse e vedeva per l'ultima volta, dal balcone della sua stanza, i suoi fedeli riuniti sul piazzale della chiesa a conclusione del Congre-so Eucaristico. Rileggere a 43 anni dall sua morte il suo pensiero sarà utile per capirlo meglio.