Don Cesare Pellizzari 1949-1987

Era nato a Montebelluna il 21 settembre 1909, da una famiglia profondamente cristiana e numerosa: erano 12 fratelli, e fra questi la Zaffira e la Antonia, che gli saranno accanto per tanti anni, con dedizione e premura. Ordinato sacerdote il 6 luglio 1935 dal Vescovo Andrea Giacinto Longhin, svolse il ministero di vicario parrocchiale per 9 anni a Quinto e successivamente per 5 anni a Montebelluna, dove gli fu affidata la frazione (ora parrocchia) di San Gaetano. Il 2 ottobre 1949 iniziava il suo ministero di arciprete a Meolo. Lo continuerà per ben 38 anni. Il suo animo generoso e sempre sereno, anche quando aveva in cuore croci e sofferenze. Il suo costante ottimismo: sapeva trovare l'aspetto buono e positivo delle persone e degli avvenimenti. La sua  disponibilità e accoglienza verso tutti, in particolare verso i più bisognosi. Sapeva essere vicino alla gente: nelle riunioni, negli incontri personali, per la strada, nelle famiglie. Era semplice e cordiale, non metteva in disagio nessuno. Equilibrato nei giudizi, comprensivo e discreto; fedele in particolare agli appuntamenti del dolore. Le sue predilezioni andavano per l'Azione Cattolica, i fanciulli, i poveri, gli ammalati. Con i bambini sapeva dialogare in modo incantevole.  A chi gli chiedeva: "Come fa, Don Cesare, a ricordare i loro nomi? rispondeva: "Li ho battezzati tutti". Uomo di schietta semplicità, era dotato però anche di una spiccata praticità. Ne sono prova le innumerevoli indovinate iniziative pastorali, e le opere realizzate con la generosa collaborazione della popolazione: dai molti lavori nella chiesa, al nuovo oratorio. I preti che gli sono stati collaboratori, trovavano in lui un fratello, un amico, e un esempio anche nel grande spirito di fede e nella intensa preghiera. Don Cesare amava molto il sacerdozio e il Seminario, e sentiva l'assillo delle vocazioni. Ne parlava spesso, invitava alla preghiera. Spesso rivolgeva ai ragazzi e bambini delle domande sul loro avvenire: si capiva qual era la sua speranza, il motivo di tante sue orazioni. Ebbe anche dei riconoscimenti e delle onorificenze: Cavaliere della Repubblica, Cavaliere del Santo Sepolcro, Commendatore della Repubblica. Egli si mostrava contento e riconoscente. Ma a un amico sacerdote scriveva nell'agosto scorso: "Cose che succedono in questo mondo. Questa nomina che cosa gioverà per la vita eterna? Povero me se mi fermassi su queste miserie". Il 30 marzo 1994 muore improvvisamente nella Casa canonica di Meolo, nella sua stanza da letto.