Le prime notizie, storicamente documentate in un "Breve" somario qui sotto riprodotto nel testo integrale e originale in latino, e nella traduzione italiana, parlano dell'esistenza della chiesa di Meolo come Pieve sin dal 1146.
  IN NOMINE DOMINI DEI ETERNI.

 Breve recordationis pro futuri temporis securitate. Die lune qui est quintus decimus intrante mense julii, presencia bonorum hominum, quorum nomina subter leguntur, hii sunt: presbyter Dei ecclesiae sancti Johannis de Curte, presbyter Romanus ecclesie sancii Augustini, presbyter Bernardus sancti Gregorii, presbyter Johannes de Farà, presbyter Petrus de Silvella, presbyter Johannes de Pisilla, presbyter Auseus de Asylo, Warnerius clericus, Dominicus Custos et Arnoardus. Investivit Dominus Gregorius, tarvisinae ecclesiae episcopus, canonicos sancti Petri civitatis Tarvisii de plebe de Medulo cum omnibus eidem plebi pertinentibus, tali pacto ac tali conventione, quod nullus archipresbyter, nullus archidia-conus, nulla prorsus persona, nec etiam ipse episcopus, aliquam potestatam vel districtum de supradicta plebe nec de bis omnibus quae ad ipsam plebem pertinent, habeant, exceptis duabus partubus Sinodi quas ipse episcopus habere debet, tertiam vero predicti canonici habere debent. Et hoc quod supra legitur, scilicet suprascriptam investituram predictae plebis fecit ipse episcopus pro redemptione suorum delictorum, ac etiam per con-cessionem quam ipsi canonici illi episcopo fecerunt, videlicet ecclesiae sanctae Christianae similiter cum his quae ad ipsam ecclesiam sanctae Christianae pertinent, hoc est dotibus et quartisanis. Actum in civitate Tarvisii, in Capitulo predictae canonicae, feliciter. Anno dominicae Incarnacionis millesimo centesimo quadragesime sexto, suprascripto, indicione nona. (S.T.) Quidem et ego Nannus, sacri palacii notarius ac judex, interfui et hoc Breve recordacionis, rogatus, scripsi, compievi.

NEL NOME DEL SIGNORE DIO ETERNO - Breve (sommario) a ricordo e per sicurezza del tempo futuro. Nel giorno di lunedì, 15° del corrente mese di luglio, alla presenza dei boni homines (probi viri), i cui nomi si leggono sotto e che sono: il presbitero (sacerdote) della chiesa di Dio S. Giovanni di Corte, il presbitero Romano della chiesa di S. Agostino, il presbitero Bernardo di S. Gregorio, il presbitero Giovanni di Farra, il presbitero Pietro di Silvelle, il presbitero Giovanni di Pisilla, il presbitero Osio di Asolo, il chierico Guarniero, Domenico Custode e Arnaldo. Il Signor Gregorio, vescovo della chiesa di Treviso, investì i canonici di S. Pietro della città di Treviso della pieve di Meolo con tutti (i diritti) ad essi spettanti, con un tale patto e convenzione che nessun arciprete, nessun arcidiacono, proprio nessuna persona, neppure lo stesso vescovo, abbiano alcun potere o proprietà sulla sopraddetta pieve né su tutte le cose che spettano alla stessa pieve, eccettuate le due parti del Sinodo che spettano allo stesso vescovo, e la terza parte che spetta invece ai predetti canonici. E quanto si legge sopra, e cioè la soprascritta investitura della predetta pieve, la fece lo stesso vescovo in remissione delle proprie colpe ed anche per (la) concessione che gli stessi canonici fecero a lui vescovo, ossia della chiesa di Santa Cristina, cioè doti e quartesi. Redatto nella città di Treviso, davanti al Capitolo della predetta canonica, in pieno accordo (delle parti). Nell'anno sopraddetto 1146, domenica dell'Incarnazione - nona notifica. (S.T.) - In fede, presente io Nanno, notaio e giudice del sacro palazzo (della Curia Vescovile), questo Breve (sommario) a ricordo, su richiesta, scrissi e completai.  

Treviso, 15 luglio 1146.
Il Vescovo Gregorio, alla presenza bonorum hominum, investe il Capitolo della Pieve di MeoIo, con tutti i diritti ad essa inerenti, in ricambio della Chiesa di S. Cristina, con doti e quartesi, già di proprietà dei canonici.
(Nanno, notaio e giudice della Curia Vescovile. Documento originale, scritto in corsivo curiale su pergamena... 1146, 15 luglio. Concessione facta per Episcopum Tarvisii Capitulo Tarvisino de plebe de Medulo.
 Doc.. 66 Reg.: Marchesan II, pag. 358)".

La chiesa di Meolo era dedicata sin dall'inizio a S. Giovanni Battista. Notizie su questo edificio
risalgono alla rettoria di Franco Ramberti (1514-1561) sotto la quale si trovano notificate delle spese per la riedificazione della chiesa. Nel 1562 venne annesso da Papa Pio IV "il beneficio di Meolo agli Agostiniani di Monte Orione che avevano il convento di S. Cristoforo della Pace in Venezia". Da allora, tenendo presente quanto sostiene l'Agnoletti, la chiesa fu più volte rimaneggiata.

Nella lapide collocata sopra la porta d'ingresso laterale, navata di destra, della chiesa, si legge quanto segue, in latino, di cui diamo la traduzione:
"A Dio Ottimo Massimo.
Il tempio al nome di S. Giovanni Battista
già da lungo tempo innalzato
e reso più elegante dall'anno di Cristo 1760
il Pontefice Trevigiano Paolo Francesco Giustiniani
attraversando la diocesi visita. Secondo il rito consacrò il 20 giugno, domenica fra l'ottava del Corpus Domini dell'anno 1779. Proprio nell'anniversario della terza Domenica dopo Pentecoste volle ciò avvenisse essendo Arciprete Pietro Chiesa".

La chiesa fu dunque riconsacrata nel 1779.